La bellezza di Android è legata anche al suo livello di personalizzazione praticamente infinito. I possessori di iPhone hanno tutti lo stesso dispositivo (ottimo), sia a livello estetico/costruttivo che a livello di software. I possessori di smartphone con sistema operativo Android, invece, potranno anche avere lo stesso dispositivo (ma comunque hanno una maggiore possibilità di scelta anche in questo campo, visto che le aziende che producono smartphone con Android sono tantissime), ma esiste la possibilità che quel dispositivo (identico a livello estetico/costruttivo) abbia una personalizzazione che lo rende unico. La personalizzazione può avvenire con la semplice installazione di un tema o di un pacchetto di icone, oppure, con l’installazione di una custom ROM (che richiede qualche conoscenza in più, ma non si tratta di un’operazione impossibile).
Le custom ROM sono apparse subito dopo la nascita di Android grazie alla passione ed al lavoro di programmatori e sviluppatori. Ma la custom ROM per eccellenza, almeno fino a poco tempo fa, è stata la CyanogenMod. La sua diffusione è cresciuta in modo esponenziale, anche grazie alla sua capacità di rendere l’installazione delle custom Rom semplice e praticabile da tutti (o quasi).
Con il passare del tempo le custom ROM, e la CyanogenMod in particolare, hanno raggiunto il livello della versione ufficiale di Android, anzi, in alcuni casi hanno aggiunto delle funzionalità interessanti che poi sono state riprese anche su Android stock. Sfortunatamente la storia di CyanogenMod è terminata, ma dalle sue ceneri è nata la Lineage OS. Quest’ultima, sicuramente, nasce su delle solide basi, ma le altre custom ROM potrebbero approfittare della fine di CyanogenMod per riuscire a recuperare terreno e, perché no, provare a diventare la prima scelta tra gli utenti. Tra le custom ROM già esistenti le più interessanti sono Paranoid Android, Resurrection Remix e Dirty Unicorns.
Nell’ultimo periodo, però, e con Android Nougat in particolare, Android ha inserito molte funzioni interessanti che prima erano disponibili sono nelle custom ROM. Questo fa sorgere una domanda: le custom ROM hanno ancora un senso?
Per riuscire a dare una risposta, andremo a dare uno sguardo alle diverse custom ROM (almeno quelle più importanti) per vedere se le community sono ancora ben attive e se queste custom ROM riescono ad offrire qualcosa di davvero interessante che rende opportuna la loro installazione sul nostro smartphone.
Lineage OS (CyanogenMod)
La prima che prenderemo in analisi è la Lineage OS, quella che dovrebbe rappresentare la rinascita di CyanogenMod, ma che ha come obiettivo un ritorno al passato, inteso come una maggiore importanza data alla community. Questa maggiore importanza alla community servirà, in un certo qual modo, a proteggere la custom ROM per evitare qualcosa di simile a quello che è accaduto alla CyanogenMod (dove l’abbandono da parte dei fondatori ha provocato una caduta incontrollata di questa custom ROM).
Proprio per questo motivo Lineage OS proverà ad essere un mix tra il passato (infatti nasce sulle basi della CyanogenMod) ed il futuro (inteso come innovazione e libera espressione degli sviluppatori e della community).
La decisione di cambiare nome in Lineage OS è stata presa per tutelare gli sviluppatori, che potranno continuare il loro lavoro senza il rischio che il tutto vada perso, per esempio attraverso la vendita del marchio CyanogenMod.
Il futuro di Lineage OS non è ancora molto chiaro (e anche il sito non ci aiuta a sciogliere alcuni dubbi), ma questo in parte può essere comprensibile, visto che il cambiamento è stato rapido e servirà sicuramente un po’ di tempo per chiarire meglio le idee.
Quello che gli sviluppatori di Lineage OS però vogliono che sia chiaro è che questa nuova custom ROM sarà creata per il popolo, dal popolo. In pratica Lineage OS inizia il suo percorso con qualcosa di romantico.
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Paranoid Android
Se CyanogenMod era la più diffusa sicuramente Paranoid Android si trovava subito dietro, avendo un gran numero di fan e di utenti che la apprezzavano e continuano ad apprezzarla. Questo può essere spiegato facilmente, poiché Paranoid Android si ispira alla CyanogenMod. La differenza tra le due custom ROM è che CyanogenMod è sempre rimasta fedele alla AOSP, mentre la Paranoid Android ha sempre provato a caratterizzarsi con delle caratteristiche uniche per rendere unica l’esperienza su Android.
Una delle caratteristiche migliori della Paranoid Android è la possibilità di accedere alle notifiche attraverso una pagina che consente di non dover uscire dall’applicazione che si stava utilizzando in precedenza. Questa funzione è presente anche su altre ROM, ma Paranoid Android ha provato a rendere il tutto molto più funzionale.
Il lavoro degli sviluppatori di Paranoid Android è stato sempre molto apprezzato ed infatti nel 2015 OnePlus decise di rivolgersi proprio ad alcuni di loro per la creazione di OxygenOS. Questo ha provocato un rallentamento nello sviluppo di Paranoid Android, ma ora il team di sviluppo è stato riorganizzato ed il lavoro è ripreso con lo stesso entusiasmo di prima. La prova sta nel fatto che i dispositivi supportati sono comunque parecchi, ad esempio il Nextbit Robin (uno degli smartphone più particolari sul mercato) ed il OnePlus. Quindi possiamo affermare che sentiremo ancora parlare di Paranoid Android e, magari, riuscirà anche a diventare la prima della classe.
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Resurrection Remix
Resurrection Remix è una custom ROM molto apprezzata ed ha come caratteristica principale l’elevata possibilità di personalizzazione (infatti a livello estetico è molto gradevole).
Simile a Paranoid Android, ma con molti elementi della CyanogenMod al suo interno, come il Cyanogen Theme Engine che ospita tutte le opzioni di personalizzazione (la homescreen, la lockscreen, le notifiche e via dicendo).
La Resurrection Remix può essere personalizzata così tanto che molti la considerano la migliore a livello di personalizzazione in tutto il panorama Android. Tra gli obiettivi della Resurrection Remix c’è quello di creare un mix (o meglio un remix) tra le migliori funzionalità delle varie ROM open source ed alcune funzionalità pensate proprio dai suoi sviluppatori. Cercando di prendere il meglio di altre ROM la Resurrection Remix risulta essere molto fluida.
Naturalmente Resurrection Remix non offre solo un elevato livello di personalizzazione, ma offre anche tante funzionalità. Possiamo affermare che Resurrection Remix è bella e funzionale. Inoltre, sono già state rilasciate delle versioni basate su Android Nougat, a dimostrazione del fatto che lo sviluppo è attivo (io seguo con interesse quello relativo alla custom ROM dello Zuk Z2 e c’è un rilascio quasi giornaliero di nuove versioni su base Android Nougat).
Sicuramente la Resurrection Remix è consigliata a tutti quelli che amano avere un buon livello estetico sullo smartphone senza rinunciare ad alcune funzioni interessanti.
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Dirty Unicorns
La Dirty Unicorns è un’altra delle custom ROM più apprezzate. Questa custom ROM può essere vista come la via di mezzo tra la CyanogenMod e la Resurrection Remix.
Per quanto riguarda la personalizzazione, fino a poco tempo fa Dirty Unicorns utilizzava la Cyanogen Theme Engine di CyanogenMod, ma negli ultimi tempi qualcosa è cambiato e viene preferita qualcosa di più recente e che integra qualche richiamo estetico tipico degli smartphone Sony.
L’obiettivo degli sviluppatori della Dirty Unicorns è di creare una ROM ricca di funzioni intelligenti e per il futuro si vuole seguire quello che è il sentiero tracciato da Android con Nougat.
Per accedere al sito di Dirty Unicorns clicca qui.
Esistono sicuramente tantissime altre custom ROM (per esempio TeslaOS o la OmniROM) ma queste sono quelle più diffuse ed apprezzate ed il loro approccio è diverso, pur avendo comunque tutte una base comune. Per semplificare il tutto possiamo dire che ai due estremi troviamo Lineage OS (CyanogenMod) che punta tutto sulla semplicità e la funzionalità, avvicinandosi molto alla versione stock di Android, mentre all’altro estremo c’è Resurrection Remix che, invece, pone molta attenzione al lato estetico senza comunque ignorare funzionalità interessanti. Tra queste due, poi, troviamo la Paranoid Android e la Dirty Unicorns che provano a non distaccarsi troppo dalla versione stock di Android cercando, però, di rendere tutto un poco più gradevole a livello estetico (senza esagerare).
La scelta tra queste custom ROM dovrà essere fatta in base al proprio gusto: chi ama Android stock sicuramente sceglierà Lineage OS (CyanogenMod), gli altri rivolgeranno le loro attenzioni alle altre 3, soprattutto alla Resurrection Remix se considerano il fattore estetico molto importante.
Ma la domanda che ci siamo posti all’inizio di questo articolo era: “le custom ROM hanno ancora senso?”
La risposta è ni. Infatti, ormai Android con Nougat ha raggiunto un livello di maturità tale da non richiedere l’installazione di una custom ROM (visto che con Nougat sono state integrate delle funzioni che prima erano presenti solo sulle custom ROM).
Le custom ROM, però, hanno ancora una loro importanza perché vanno a risolvere alcuni problemi che si presentano in due diverse situazioni. Innanzitutto, le custom ROM sono davvero importanti per tutti quegli utenti che acquistano smartphone pensati per il mercato cinese. Infatti, molto spesso questi smartphone hanno un hardware al top, ma un firmware poco ottimizzato che rende quasi inutilizzabile la potenza del device; per questo motivo l’installazione di una custom ROM non solo è necessaria, ma quasi obbligata. L’altro caso in cui le custom ROM possono continuare ad avere un senso è la rapidità di obsolescenza degli smartphone. I produttori rilasciano molti dispositivi validi, ma molto spesso li abbandonano non continuando a seguirli attraverso degli aggiornamenti. In questo modo ogni utente dovrebbe cambiare smartphone molto più spesso, ma grazie alle custom ROM può allungare la vita utile del dispositivo che in alcuni casi “rinasce” proprio grazie alle custom ROM.
Ci potrebbero essere anche altri due motivi che andrebbero a giustificare ancora la presenza delle custom ROM. Il primo è che le custom ROM possono rappresentare uno stimolo per Google che cercherà di integrare e migliorare sempre di più Android stock. Il secondo è che esisteranno sempre utenti che amano provare mille ROM (lo ammetto, tra questi ci sono anche io) e le custom ROM saranno sempre fondamentali per questi utenti.